L’altro giorno ho preso un taxi per un corsa abbastanza lunga. Il tassista, credo milanese, parlava con una certa proprietà di linguaggio ed era moderatamente educato. A Roma il tassista medio è truce, maleducato e impegnato a diffondere velenose bufale sui sindaci che non ama. A Milano è più signorile. Qualcuno mi ha spiegato che, con la crisi, molti impiegati hanno perso il lavoro e si sono riciclati come tassisti, sarà per quello. Il tassista di Milano ci ha tenuto a informarmi che lui ascolta Radio Maria per la rassegna stampa quotidiana di don X: “Non me ne perdo una, è proprio bravo!”. Non so come, ma siamo finiti a parlare di alta politica.
Ha detto che l’Unione europea così com’è non va e che “deve riscoprire le sue radici cristiane“. Ha detto proprio così, come una Giorgia Meloni qualsiasi. Poi è arrivato il momento di don X su Radio Maria. Questo don X diceva di apprezzare il governo e ritenere giusta la manovra finanziaria, ma si rendeva anche conto che aveva suscitato la reazione della Ue, perciò invitava a individuare “moderatori” nel dialogo tra Roma e Bruxelles. Mi sono chiesta quanta gente ascolti Radio Maria in tutta Italia, e credo proprio siano tanti, anche perché come cerchi di sintonizzare la radio ti spunta inesorabilmente fuori, con una recezione limpidissima. Questa gente ascolta don X e ne beve le parole. Intanto il tassista continuava a sciorinare le sue teorie meglio di uno studente di Scienze politiche e ad annuire ai discorsi del don. Mi è tornata in mente la foto di Salvini che brandisce il Vangelo come farebbe un elettore di Trump con il fucile, e i sondaggi che dicono che tra i leghisti si sta consolidando l’elettorato cattolico. Intorno il cielo plumbeo dell’autunno lombardo, la pianura padana e appena un po’ di foschia ma niente nebbia, ché ormai sta sparendo.